estratto da Tutta colpa di Natale
Una sosta inaspettata con cascamorto che mi fa la corte
Ci voleva anche il cascamorto che mi fa la corte.
Mi mancava proprio in questo viaggio come se non dovessi già arginare sufficienti problemi.
«Se il tuo tentativo è quello di farmi la corte – dico sostenuta – perdi il tuo tempo. Sono una donna impegnata».
«Nel senso che lavori tanto?» mi prende in giro lui.
«Nel senso che sono fidanzata e prossima al matrimonio».
«Quanto prossima?».
«Per la primavera, ma a te cosa importa?».
«Niente – alza le spalle lui – volevo sapere quanto tempo avevo per farti cambiare idea».
«Certo che sei presuntuoso».
«Se pensi che io sia presuntuoso senti questa: che ne dici se a Sunflower’s Hill ci si vede per bere qualcosa?».
Io spalanco la bocca stupita.
Non è la prima volta che un ragazzo cerca di conoscermi ma questo ha battuto tutti in quanto a velocità e arroganza.
«Accidenti non sei solo presuntuoso ma anche arrogante. Per chi mi hai preso? pensi che due occhioni blu e un sorriso affascinante possano farmi cadere ai tuoi piedi?».
«Allora oltre che presuntuoso e arrogante mi trovi anche affascinante e ti piacciono i miei occhi?».
«Non ho detto questo» rispondo acida.
«Hai detto che rifletterai sul mio invito».
«Non ho detto neanche questo» ribatto stizzita.
«Devo dedurre che a Sunflower’s Hill non vai a trovare la tua famiglia per Natale ma ti aspetta il tuo fidanzato».
«Esatto – dico secca – il mio fidanzato con la sua famiglia».
«Accidenti allora è davvero una cosa seria».
«Ti ho detto che ci dobbiamo sposare in primavera».
«A questo punto credo che lui non la prenderebbe bene se uscissi con me a Sunflower’s Hill».
«Incredibile la tua capacità di comprendere ciò che è ovvio».
«Peccato – alza le spalle lui – avrei avuto piacere a conoscerti meglio. Però Sunflower’s Hill non è molto grande, sono certo che ci saranno occasioni di incontrarci».
«Io sarò sempre con Bruce» dico io decisa.
«Bruce?» mi domanda lui con un’espressione divertita.
È proprio un maleducato, arrogante, pallone gonfiato.
«Bruce Lee Wilson – dico io tirandomela – siamo fidanzati da sei mesi».
Ho la netta sensazione che la sua espressione muti improvvisamente, che il suo atteggiamento strafottente diventi di punto in bianco serio, quasi serioso.
«Non sapevo che Bruce si fosse fidanzato» sussurra poi e mi sembra che un’ombra passi nel fondo dei suoi occhi chiari adombrando il suo sguardo.
«Lo conosci?» chiedo io convinta di averlo messo in scacco.
«Tutti a Sunflower’s Hill conoscono la famiglia Lee Wilson» si limita a rispondere.
Poi uno scossone violento e il treno si arresta di colpo.
Io osservo fuori dal finestrino ma non siamo fermi in nessuna stazione.
Ci siamo fermati in mezzo alla campagna, buia e isolata.
Una voce femminile esce dall’altoparlante del treno con un annuncio che peggiora la mia situazione e il mio umore.
Siamo fermi perché un altro convoglio ha deragliato rovesciandosi e bloccando le rotaie.
Benissimo, ferma in mezzo al nulla, per chissà quanto tempo, in compagnia di uno spocchioso corteggiatore e oltre i vetri si intravede che la pioggia scesa fino a questo momento si sta trasformando in neve candida e via via sempre più farinosa.