Curiosità: sul sentiero dell’evoluzione a che punto siamo? mogli di ieri e di oggi, donne perfette senza tette rifatte…

Incredibile ma vero! mi è capitato di leggere, per caso, come doveva essere la moglie perfetta nel XIX secolo e non ho potuto resistere. Dovevo condividere per forza, visto che la maggior parte delle protagoniste dei miei romanzi sono donne e mi piacerebbe sapere che ne pensano delle notizie che ho scovato… leggendo queste notiziole sui requisiti che doveva avere una donna in quel periodo per essere considerata una buona moglie mi sono venute in mente tutte le mie protagoniste. A partire dalla dolce e pasticciona Chrissy di Tutta colpa di Natale per tornare alla sarcastica Tricia di Tutta colpa del matrimonio, passando per la disincantata dura dal cuore tenero Imogen di Tutta colpa dei Caraibi, e per cinica ma romantica Sam di Tutta colpa di San Valentino per arrivare a Charlotte, donna in divenire (ma già i prodromi di una personalità forte ci sono) di Il Cuore fragile di una Strega. E mi sono ritrovata a pensare: ma come è cambiata nell’immaginario collettivo l’idea di colei che veniva definita l’angelo del focolare? certo che di passi avanti ne abbiamo fatti noi donne. E io credo che tutti quegli uomini (almeno quelli che non sono stati lobotomizzati dalla Domenica sportiva e non si sono fatti aggiungere il telecomando come protesi della mano) se ne siano accorti… e si siano dovuti di conseguenza adeguare evolvendosi. Perché, si sa, l’evoluzione fin dai tempi di Eva e Adamo (badate bene non ho scritto come d’uso Adamo ed Eva, e questo dice molto sul mio pensiero) l’hanno guidata le donne. Fin da quel primo frutto proibito (qualcuno sostiene sia la mela, ma io ho sentito da qualche parte che era il melograno e, detestando le mele, ho deciso di seguire questa seconda scuola di pensiero).Ma ora partiamo con il mio delirio quotidiano…

 

La potenziale moglie perfetta per l’epoca doveva avere diversi requisiti. Non doveva essere considerata stupida (per cui niente risatine sceme, se non si capiva una domanda mai chiedere, fingere di aver capito, tanto agli altri non fregava niente), avere una buona reputazione (possibilmente la loro faccia non doveva essere affissa con la scritta: ricercata viva o morta) e non doveva eccedere nel gioco d’azzardo e nell’acool (e bisogna anche precisarlo? il rischio peggiore era che sbronze fradice dilapidassero il loro patrimonio per poi rimanere zitelle, perché senza patrimonio col cavolo che qualcuno se le sposava). Dotata di buone maniere (saluta sempre e non si mette le dita nel naso), modesta (non di nome ma di fatto), avere fede e carità ed essere compassionevole (praticamente una santa). Ovviamente vergine e pia, desiderosa di compiacere il marito in ogni forma che lui ritenesse più opportuna (e qui potrei sbizzarrirmi ma tengo a freno la lingua, anzi la penna).

L’educazione eccessiva era considerata un difetto (per cui un paio di rutti potevano anche essere graditi se l’occasione lo esigeva). Non doveva avere opinioni e idee proprie riguardo al mondo (non sia mai che dessero idee nuove agli uomini che già avevano le loro e facevano non pochi danni). Niente spirito indipendente, non sta bene lavorare, ricordiamoci sempre il detto: donna schiava, zitta e lava! nessuna pretesa di volersi innalzare a livelli superiori (effettivamente la presunzione è un po’ fastidiosa ma sinceramente io non ne farei una distinzione di sesso). Doveva frequentare gente rispettabile, mai farsi beccare a giocare a dadi o a chiacchierare con qualche delinquente (soprattutto se di rango inferiore). E requisito più importante di tutti: doveva avere dote e corredo. Insomma senza lenzuola e centrini lui ti ricacciava da mamma.Ma l’uomo che requisiti doveva avere per essere un buon marito? praticamente nessuno. Era sufficiente che avesse soldi e mezzi per mantenere la famiglia. Il resto era un di più. Qualcuna cercava di evitare pretendenti che avevano fama di picchiare, bere e frequentare i bordelli (ma quelle erano proprio pretenziose con la puzza sotto il naso).

E dopo questa edificante lettura pregna di informazioni utili per noi donne che vorremmo essere all’altezza dei maschietti, mi sono figurata e inventata un’altra coppia (o forse dovrei dire koppia) scoppiata che si preoccupa di questi dilemmi dell’esistenza e riescono ancora a vivere insieme e comunicare tra loro… oddio comunicare mi sembra una parola grossa, diciamo che parlano e non sempre si ascoltano, vi presento Minkio e Rakkia e la loro vita di koppia… io mi sa che diventerò così andando avanti con l’età ma intanto continuiamo a illuderci…

Mi sa che torno a sognare con gli uomini che popolano i miei romanzi…

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Pubblicato da Cecilia S.D. Rossi

Fondatrice e Caporedattore del magazine Il salotto di Ceci Simo. Si occupa prevalentemente di SOCIALE e DIRITTI UMANI e coordina il lavoro dei responsabili di Rubrica. Curatrice e coordinatrice del progetto di divulgazione culturale “Words & More Books” composto da: “Conoscere Sapere”, “Mos Maiorum”, “Parole & altro” e “Words & More Kids”. Ideatrice e responsabile di “C.S.D.R. Writing Services” che si occupa di servizi di scrittura, formazione e consulenza. Ideatrice del progetto per scrittori "GoPubDreams" consulenza editoriale per la pubblicazione e la promozione. Ideatrice del progetto "Impresa e&e" di consulenza e marketing destinato a piccole aziende e negozi.

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