Curiosità: guida intergalattica di autoconservazione per donne, 4 tipologie di uomo da evitare per vivere felici

Buongiorno a tutti belli e brutti, simpatici e antipatici ma soprattutto alle donne come me. Oggi partiamo con un nuovo deliriooooooooooo… e parliamo di uomini (con annessi e connessi). Dicevo, sono una donna e come tale un esemplare che si sente solidale con quelli della mia stessa specie. Solidale e in dovere di dire la propria opinione in merito a determinati argomenti spinosi (e non) che riguardano noi donne. E ripeto con una certa enfasi: quello che state per leggere è soltanto la mia personale opinione sull’argomento e come tale opinabile, discutibile, contestabile (e tutti gli aggettivi in abile che vi vengono in mente, io non ho ancora preso il caffè per cui mi mancano i termini). Dunque partiamo dall’inizio. Ieri sera ricevo una telefonata dalla solita amica (non quella della figlia adolescente che mi ha ispirato Il Cuore fragile di una Strega, un’altra ma sempre amica è), una telefonata fiume, anzi direi oceano, dove mi rovescia addosso tutta la sua frustrazione per un rapporto sentimentale ormai alla frutta, come si dice. Relazione ultra-decennale dove l’epilogo era chiaro fin dai primi secondi (almeno per noi amiche che assistevamo al nascere di questa storia) dove le caratteristiche dei personaggi principali erano tanto palesi quanto inconciliabili (non stiamo parlando certo di Tricia e Nathan di Tutta colpa del matrimonio che erano destinati da sempre), dove il lui di turno era ciò di più lontano possibile da Chad di Tutta colpa di San Valentino che attende Sam per quattordici anni e coltiva rose battezzandole con il nome di lei (ah – sospirone – ma dove sono questi uomini?) e ovviamente per correttezza devo dire che non era nemmeno colto e talentuoso come Samuel di Tutta colpa dei Caraibi o romantico e dolcissimo come Joseph di Tutta colpa di Natale. Insomma non era un uomo ma una chiavica, diciamolo. Un’unione che non s’ha da fare, tanto per fare una citazione di un certo livello… comunque tirando le somme, lei non lo sopporta più, lui non si sta nemmeno accorgendo che lei non lo sopporta più perché troppo concentrato su se stesso e chi ne fa le spese? le amiche, che devono sacrificare ore e ore di tempo per far fare a lei catarsi e rendersi conto che è ora di farla finita (con lui non per sempre ovviamente), ore e ore di tempo per raccogliere i pezzetti della sua anima e aiutarla a non caderci di nuovo, ore e ore di tempo per aiutarla a convincersi che dopo un ragionevole lasso di tempo potrebbe anche provare rimettersi in gioco e magari conoscere un altro uomo.

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Ma io dico: a cosa servono le amiche? te lo dicono subito di lasciar perdere, ma non le ascolti, ti dicono continuamente di mollare il colpo, a tu non lo fai, ti dicono che lui è un emerito idiota, ma tu non ci credi… per poi arrivare al punto di dire: avevate ragione. E certo che avevamo ragione! ne avevamo da vendere fin dall’inizio e adesso tirando le somme facciamo i conti di quanto tempo perso, quante lacrime versate inutilmente e soprattutto quante occasioni sprecate di trovare un uomo decente. Perché un uomo decente o, addirittura, oserei dire, l’uomo giusto da qualche parte c’è e prima o poi lo incontri. Almeno spero!

Silenzio Low

Comunque dopo questo prolisso incipit passo al nocciolo della questione. Vista la situazione nemmeno tanto rara di cui sopra, posso dire che dopo aver osservato parecchia umanità (varia e anche un po’ avariata) i prodromi per capire che non è il lui giusto ci sono. L’importante è volerli vedere. Così dopo essere andata a letto a un’ora decisamente indecente, dopo aver fatto da supporto a una disperata, non sono riuscita a prendere sonno e ho stilato, mentalmente (perché uscire dal letto e mettersi a scrivere nemmeno morta), una lista di tipologie maschili che già dai primi sintomi dovrebbero far capire a una donna di alzare i tacchi e fuggire, lontano e possibilmente facendo perdere le proprie tracce per sempre al lui di turno. Perciò ho il piacere di presentarvi la mia personale classifica delle 4 tipologie di maschio da evitare per vivere felici. Sperando che possa essere utile a tutte le donne che la leggeranno.

Tipologia 1. Il tifoso
33v2luoSiete al vostro primo appuntamento. Passeggiate mano nella mano in riva a un lago di domenica pomeriggio. È primavera e gli uccellini cinguettano. Voi sorridete e lui di tanto in tanto vi guarda e ricambia il sorriso ma non parla. E voi  pensate: come è timido e dolce. Dopo un lasso di tempo decisamente lungo in questa situazione da fidanzatini di Peynet vi decidete a fare la prima mossa (d’altronde se lui non si decide, prima o poi sto bacio bisognerà scambiarlo no?). Vi fermate a osservare il lago e lui al vostro fianco sorride timidamente. A un certo punto vi mettete in una posizione diciamo a portata di bacio, ma lui niente, i suoi occhi fermi sul lago, così passate allo step successivo. Vi avvicinate e posate con delicatezza le vostre labbra sulle sue, giusto per dargli il la. Lui si blocca di colpo e spalanca gli occhi. Grida NOOOO! con tutto il fiato che ha in corpo. Poi cade in ginocchio in preda alla sofferenza, coprendosi il viso con le mani e scrollando il capo come se fosse posseduto da un demone. Voi rimanete un istante basita poi pensate: cazzo, devo smetterla di mangiare la caponata di mia madre. Per poi accorgervi che dal suo orecchio spunta un auricolare, che stava ascoltando la sua squadra del cuore e un giocatore dal nome improponibile aveva infilato un’autogol da perfetto deficiente. Ecco quello è il momento della fuga. Scappate. Tornate a casa e recatevi nel primo negozio di telefonia, comprate un nuovo numero e gettate il vecchio.

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Tipologia 2. Il mammone
Una vecchia canzone si intitola: Io, mammate e tu. Nel caso del mammone diventerebbe: Io, mammate e forse, domani, se fai la brava, se la congiuntura astrale lo permette e, soprattutto, se mamma non ha niente in contrario posso aggiungere tu (ma con riserva). Già solo questa frase dovrebbe esservi da monito ma se vogliamo insistere, insistiamo. In questo caso siamo alla seconda uscita (la prima cerca di trattenersi). Siete a cena e lui vi guarda e pronuncia la fatidica frase: Vorrei farti conoscere mia madre. E voi pensate: accidenti che emozione, allora fa sul serio. Ma lui smorza il vostro entusiasmo con la dichiarazione successiva: Naturalmente prima dovremmo parlare un attimo io e te. E voi vi allarmate ma lui continua: Sai mia madre è una donna molto particolare, è un po’ pignola. Che vuol dire pignola? forse spolvera dentro i vasi di fiori? ma lui riprende ignorando le vostre elucubrazioni. Le ho presentato un sacco di ragazze e nessuna le è mai andata bene. Come un sacco? quantifichiamo sacco di ragazze? e lui sta ancora parlando: E, come tu puoi immaginare, non posso assolutamente dare una delusione a quella santa meravigliosa che è mia madre. E già a questo punto vi direi alzatevi dite che dovete andare in bagno e scappate dalla finestra. Ma se proprio siete masochiste rimanete ancora perché il bello deve venire. E la voce di lui riempie ormai ogni vostro pensiero: lei mi ha partorito, ben una settimana di travaglio (e che è un elefante con parto difficile?), ha rischiato di morire con tutto quel sangue perso (ad essere preciso il corpo non ne contiene poi così tanto) e poi si è sempre occupata di me (e vorrei vedere ti ha messo al mondo) mi ha allattato e mi ha fatto il bagnetto fino a quasi due anni di vita (beh, proprio una madre che si è immolata per il figlio!) mi ha imboccato fino a quando sono stato in grado di mangiare da solo (accidenti che santa) e mi ha sempre dato le medicine quando stavo male (perché le altre madri non lo fanno?) insomma capisci che devo portare a casa la donna giusta altrimenti. Altrimenti cosa? altrimenti ci arrabbiamo? altrimenti la vecchia schiatta? altrimenti non eredito? almeno dammi un altrimenti che dia un senso ai tuoi vaneggiamenti. Ma lui più che un senso dà una conclusione alla cena, alla vostra relazione e alla poca stima che avevate di lui dicendo: Per cui capisci che dovresti apportare qualche piccolo cambiamento, tipo colore dei capelli, indossare una gonna e non i blue jeans, non truccarti, non parlare del tuo lavoro, anzi meglio dichiara che una volta sposata la prima cosa che farai sarà di lasciarlo per dedicarti anima e corpo a me, ventiquattro ore su ventiquattro. E all’ultima inquietante minaccia vi alzate e vi avviate all’uscita. Se lui vi dovesse chiedere qualcosa ditegli che andate a comprare un burqua per incontrare sua madre. Apprezzerà. Ah, naturalmente solita capatina al negozio di telefonia per cambiare di nuovo il numero.

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Tipologia 3. L’amico della Gina
Nella vita di ognuno di noi esiste una Gina (ma a volte si cela dietro ad altre identità). L’amico della Gina è quell’uomo che una vostra amica o parente deve assolutamente farvi conoscere. Solitamente è un nipote alla lontana dell’amica, della sorella, della nonna, della zia, della Gina, che a sua volta è amica di vostra madre o vostra zia e che guarda caso lo conosce perfettamente perché è suo cugino acquisito da parte del terzo marito morto in Africa. Insomma se approfondite bene scoprire che l’amico della Gina forse è anche vostro parente. Così vi ritrovate improvvisamente una Gina costantemente in mezzo ai piedi che cerca di convincervi a uscire con quest’uomo che potremmo annoverare come l’ottava meraviglia del mondo. Naturalmente secondo le descrizioni è bellissimo (e forse il termine è riduttivo), ha un passato di dolore e sofferenza ma come tutti gli uomini veri non ne parla. È sensibile ma non è più capace di piangere (perché l’uomo che piange è sensibile, oppure ha tagliato le cipolle) perché la sua anima è troppo segnata. Fa un lavoro utile per la società (di solito è un netturbino o un bidello, pardon volevo dire operatore scolastico). Ha avuto un grande amore finito tragicamente, ma lui ha ancora tanto da dare. Ama gli animali e vive solo con Fuffi, il suo gatto e Nestore il suo boa constrictor. E già questo amiche mie sarebbe motivo di fuggire lontano. Ma visto che noi donne siamo costanti e insistenti, per non dire altro, continuiamo ad ascoltare i vaneggiamenti della Gina. Fino a quando ci convince, con abili doti da plagiatrice, ad accettare il numero di telefono di questo fenomeno e ci strappa la promessa di chiamarlo. Quando la Gina si è allontanata sempre sotto effetto del suo plagio voi componete il numero e vi risponde una voce roca e sensuale. Dieci parole in tutto il discorso da cui dovete evincere che vi ha invitato a cena. Ma, sfiga allucinante vuole che proprio quella sera venite colte da un attacco di appendicite perforata e vi ricoverano per operarvi d’urgenza (sembra follia ma certe cose capitano, fidatevi di me). Appena sveglia dopo l’anestesia la prima cosa che fate è di mandare un messaggio a Superman amico della Gina per scusarvi della buca involontaria e spiegare cosa è capitato. Lui non risponde (lui è un uomo vero, non dimentichiamolo e come tale non deve chiedere ma nemmeno rispondere). I vostri sensi di colpa sono all’ennesima potenza quando gli mandate un altro messaggio di scuse e lui si decide magnanimamente a rispondere con un messaggio di questo tenore: anche se ci hai dei belli occi non ti puoi autorizzare a burlarti di me, se non ci hai voglia di uscire potessiti trovare una scuzzante miliore. A quel punto capite che il T9 in questo caso non ha alcuna colpa. Dopo esservi riprese dallo shock gettate direttamente la tessera telefonica nella spazzatura. Quando uscirete dall’ospedale, con calma, vi procurerete un nuovo numero.

Senza te

Tipologia 4. L’amico d’infanzia
Solitamente, come dice il termine, l’amico d’infanzia lo conoscete, appunto, fin dall’infanzia. E già per questo una domanda ve la dovreste porre: se ci conosciamo così bene e tra noi non c’è mai stato nulla un motivo ci sarà? sempre parafrasando: se non ti amo ci sarà un perché! insomma parlando senza peli sulla lingua, non vi siete cagati nemmeno di striscio per trent’anni per quale motivo improvvisamente lui dovrebbe interessarsi a voi? ma domanda assai più importante: per quale motivo questo amico è ancora single superati i quarant’anni (e sono stata generosa)? e per single intendo che non si è mai sposato, non ha mai convissuto e le ragazze che ha avuto (si contano sulle dita di una mano) sono durate al suo fianco non più di due settimane. E di motivi per quest’ultima situazione ce ne sono parecchi, gli stessi per cui nemmeno voi siete mai stata attratta. In genere l’amico d’infanzia è basso, calvo, ha il quoziente intellettivo di una lumaca e una fastidiosissima alitosi. Però nonostante tutto questo lui improvvisamente comincia a girarvi intorno. Si presenta a casa vostra con banali scusanti. Vi intrattiene con conversazioni (preparate ad hoc, diciamocelo) di cultura generale, parlandovi dell’ultima scoperta della pop art oppure del concerto per archi di Vattelapesca direttore supremo del Teatro alla Scala. L’ultimo film di cassetta che però, a suo giudizio, non è paragonabile con i fratelli Dardennne (di cui ovviamente ignorava totalmente l’esistenza fino a quando ve li ha sentiti nominare in una conversazione). Insomma si dedica a voi. Dedica un sacco di tempo a voi, a conversare, a cercare di scoprire cosa vi piace e provare ad entrare in sintonia. E qui le donne commettono il primo errore. Lasciano che la loro radicata anima segaiola (nel senso che si fa un sacco di seghe mentali) emerga. E cominciano a porsi la domanda. E se fosse diverso? e se non lo avessi mai guardato sotto la giusta luce? errorissimo! luce o non luce lui resta l’amico d’infanzia, basso, calvo e con l’alitosi, quello che vedete è solo un’illusione ottica, non fatevi ingannare. Ma voi (o meglio noi, mi ci metto anch’io in quanto donna) vi fate ingannare e cominciate a valutare l’ipotesi che forse potreste approfondire la conoscenza. In fondo un caffè insieme che male può fare? ne avete presi talmente tanti in questi anni con lui? e cominciate a mettere in atto tutte le tecniche per metterlo nella condizione di chiedervi di uscire. Ma lui non lo fa. Attendete un po’. E vi decidete voi. Una sera lo chiamate e gli chiedete se gli va di bere qualcosa. Lui non risponde. Il silenzio astrale. Sospettate che sia caduta la linea ma lui alla fine sospira fugando il vostro dubbio. Non posso, vi dice. E ora in silenzi ci siete voi. Aprite bocca per chiedere spiegazioni. In fondo avete parecchia confidenza si può fare. Ma la voce di lui ve lo impedisce. Non posso, riprende, perché sto testando un’altra persona al momento, ho provato a corteggiare te perché mi serviva fare le prove. A quel punto, superato anche lo shock, non dite più nulla. Chiudete la chiamata. Uscite di casa e vi recate direttamente al vostro solito negozio di telefonia. Non saprete mai il motivo del comportamento del vostro amico d’infanzia. Per salvaguardare la vostra salute mentale ma, soprattutto, per salvaguardare la sua incolumità fisica.

tradimento-2

Sinceramente di tipologie di uomini da elencare ce ne sarebbero anche altre (a dire il vero potrei scrivere post per molti anni ancora) ma spero che questa prima infarinatura possa tornare utile alle donne che hanno ancora voglia di incontrare l’uomo giusto. Magari di sposarsi, fare figli e continuare a sognare il lieto fine (al quale personalmente credo fermamente, ma per averlo bisogna essere in due). Comunque fermo restando che questi sono i miei sproloqui perché come tutti sapete sono logorroica e potrei continuare a scrivere per un tempo impossibile da quantificare. Fatemi sapere se la mia guida vi è stata in qualche modo utile, o almeno vi ha fatto sorridere e io ne scriverò altre… sempre ricordando però che queste sono le mie opinioni personali ma, soprattutto, questi sono i miei deliri e come tali dovete interpretarli.

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Pubblicato da Cecilia S.D. Rossi

Fondatrice e Caporedattore del magazine Il salotto di Ceci Simo. Si occupa prevalentemente di SOCIALE e DIRITTI UMANI e coordina il lavoro dei responsabili di Rubrica. Curatrice e coordinatrice del progetto di divulgazione culturale “Words & More Books” composto da: “Conoscere Sapere”, “Mos Maiorum”, “Parole & altro” e “Words & More Kids”. Ideatrice e responsabile di “C.S.D.R. Writing Services” che si occupa di servizi di scrittura (writing, ghostwriting, copywriting, editing e proofreading) e di formazione.

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