estratto da Il Cuore fragile di una Strega
Tu mi vuoi?
«Se io ti dicessi: voglio fare sesso con te tu mi daresti uno schiaffo ma se io ti esprimessi lo stesso desiderio con parole differenti, tu potresti non reagire nella stessa maniera».
«Non ci sarebbero parole tanto suadenti e ingannevoli da non farmi capire a cosa miri».
«Ne sei sicura? posso dimostrarti il contrario».
«No, che non puoi – dico io – e se puoi sono curiosa di sentirlo».
Lui arresta l’auto e mi fissa negli occhi. Poi comincia a parlare con voce vellutata.
«Hai due occhi favolosi – dice piano e lentamente – ogni volta che li osservo non posso fare a meno di perdermi. Non riesco a smettere di pensare a te. Sei sempre presente, anche quando non ti vedo, quando non ci sentiamo. Adoro tutto di te. Ogni particolare, ogni pensiero, ogni parola. Il tuo sorriso illumina anche le giornate peggiori. Ogni attimo che trascorriamo insieme diventa per me un ricordo prezioso. Ogni volta che vedo le tue labbra mi trattengo a stento. Impazzisco dalla voglia di baciare quelle labbra, di baciare ogni centimetro della tua pelle, di sfiorarti. Di stringerti fra le mie braccia. Di sentire il calore del tuo corpo, il profumo della tua pelle. Di trascinarti nel mio letto e fare l’amore con te. Darmi a te completamente, per tutto il resto della mia vita».
Finisce di parlare e rimane il silenzio. Denso.
I miei occhi sbarrati. Il mio respiro che si è interrotto.
La confusione che mi sta invadendo insieme a un senso di calore. A un’emozione che non riconosco. Che non ho mai provato prima di questo momento.
Gli occhi nocciola di Jason sono ancora incatenati ai miei.
Ho la sensazione che quel discorso gli sia costato uno sforzo notevole.
Ma sta sorridendo. Mentre mi accorgo che le sue labbra sono vicinissime alle mie, quasi le sfiorano.
«Vedi che non mi hai tirato uno schiaffo» sussurra senza allontanarsi.
E io percepisco il suo respiro caldo e dolce sulle labbra.
«Quel discorso era per chiedermi di fare sesso?» dico io con voce incrinata senza smettere di fissarlo negli occhi.
«Per chiederti di fare l’amore – dice ancora piano – e per offrirmi a te completamente, per sempre».
Il mio respiro non ne vuole sapere di tornare regolare. Ma non mi sposto da questa posizione.
«Era solo una dimostrazione oppure me lo stai chiedendo sul serio?» riesco a dire alla fine, con un tono di voce talmente basso da essere quasi impercettibile.
«Tu mi vuoi?» chiede lui con un tono di voce ancora più basso del mio.
E io cambio bruscamente discorso.